Ieri, giornata in cui lo spread Btp – Bund ha raggiunto il suo record storico, 4,59%, senza per altro aver dato l’impressione di voler rientrare, mi è sembrata la giornata adatta per dedicarmi ad un sublime piatto senza tempo: coq au vin. Certo, nella Borgogna del settecento, razzolavano galli ben più galli ( se mi passate il gioco di parole ) di quelli che si trovano nei mercati di oggi, per tale motivo necessitavano di una cottura lunga e lenta, affogati nel vino così che le carni non si seccassero eccessivamente. La cottura allora poteva andare oltre le tre ore, la mia per contro è stata di un’ora soltanto ma che ci possiamo fare? Il risultato è stato comunque sorprendente: cipolline, carote, sedano, champignon, vino bourgogne, pancetta e fiamma appena abbozzata si uniscono insieme a creare una sinfonia di sapori così delicati da sembrar quasi che il boccone ti accarezzi il palato. Rimedio perfetto contro i primi, timidi freddi invernali; accompagnato da ottima barbera d’Asti, sempre un must della buona tavola.
Meraviglioso… un piatto che adoro