Grazie geometra

Questo mio scritto vuole essere un ricordo sincero, dedicato ad una persona che ha saputo insegnare, a molti giovani, oggi più o meno invecchiati, tanto più di quanto non avessero capito all’epoca. Si è spento pochi giorni fa il geometra Boscariol, pietra miliare dello sport valdostano e vero e proprio mentore per molte generazioni di atleti, atleti di atletica leggera. Questa era infatti la disciplina alla quale il geometra ( così erano soliti chiamarlo tutti i suoi, chi più chi meno, campioni ) aveva votato il suo spirito sportivo, la regina degli sport, come spesso gli piaceva ripetere.

Sono pochi i ricordi vividi che rammento della mia adolescenza ma quelli legati al campo Tesolin, all’odore del tartan e dell’erba appena tagliata, alla tensione positiva prima dello sparo, agli amici e al geometra sono chiari e felici nella mia mente. I pomeriggi primaverili passati ad allungare il fiato, ad irrobustire la muscolatura lunga, a provare pesi e giavellotti, sempre sotto l’attento sguardo, celato al sole dalla coppola a tinte scozzesi, del geometra. Due legni, retti insieme da una cerniera per porte, sbattevano e dalla linea dei cento partivi sparato, senza nessun pensiero al di fuori della striscia bianca che ti aspettava una cinquantina di passi più avanti. E il geometra era li, senza cronometro: com’è andata? Chiedevi, e lui: quindici e otto. Non sbagliava mai.

Aveva un corpo esile, il geometra, che nascondeva una forza nerboruta; te ne accorgevi quando, per spronarti e darti la carica o per rincuorarti stringeva la sua mano ossuta intorno al tuo braccio, in una stretta ferrea, dandoti sempre il consiglio giusto: più basso il sedere, più ampia la falcata, devi violentarlo quell’ostacolo non averne paura…

A fine allenamento lo si salutava tutti prima di lasciare il campo e a volte lo si sorprendeva ad osservare malinconicamente le luci che, sul far della sera illuminavano il campo di calcio li vicino, poi si voltava verso la pista ormai buia e sospirava: ah, il Dio calcio. Non riusciva a capire,credo, perché ad una disciplina così barbara venissero dedicati tanti fondi. Io non riesco a capirlo ancora oggi.

Solo poche righe, queste, che mi sembrava doveroso dedicare ad una persona onesta ed appassionata, come poche ne sono rimaste. Grazie mille geometra, è stato un piacere averla conosciuta.

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