Quattro passi per Bilbao che, con i suoi trenta gradi in maggio, ci accoglie radiosa e linda come una città svizzera. Tra le sue ruelle, nei suoi vialoni sempre pistaciclabilizzati ( sintomo di grande intelligenza politica ), in metropolitana, sugli autobus, tutto è regolare e pulito: ti viene voglia di viverci; perché una città che rispetta i ciclisti è la vera città del futuro. I tram scivolano nelle strade su verdi tappeti erbosi che sembrano il campo di Wimbledon, gli anziani fanno la loro passeggiata a bordo del rio, i giovani corrono, skeitano, giocano a hockey da strada, mangiano e bevono birra… Non c’è rumore nonostante ci sia traffico: non ho mai sentito suonare un clacson. Tra il casco viejo e l’antica zona portuale, un tempo popolata di camalli e prostitute, riportata a nuova vita con un progetto di ristrutturazione globale, incentrato sulla CULTURA, è bello passeggiare e perdersi tra un’architettura neoclassica e il grattacielo postmoderno, tra i marciapiede curati ogni ora e le piazze di fontane e schizzi. Che dire: AUPA EUSKADI!