L’ours valdôtain

Lo squadernato amore che, ripetutamente, la Lega della Valle d’Aosta pronuncia nei confronti della valle stessa mi preoccupa. La ritrosia nell’utilizzo della lingua francese in Consiglio fa, se non altro, riflettere. Gli interventi della presidente Spelgatti a Pontida, la settimana scorsa, han fatto rizzare i peli sulle braccia ad ogni bravo valdostano. Non vorrei che finisse come la fiaba di La Fontaine sull’orso e il giardiniere: un giardiniere asceta, allontanatosi dalla civiltà a causa della stupidità degli uomini, un bel giorno incontra un orso, anch’esso che aveva deciso, essendo deforme e mostruoso, di dedicarsi ad una vita anacoretica. I due divengono amici; l’orso di giorno caccia e procura la selvaggina per il sostentamento di entrambi e quando il giardiniere riposa, premurosamente, l’orso, gli scaccia le mosche che vogliano posarsi sul suo viso. Un giorno, una mosca coraggiosa, non sembra volersi scalzare dal naso dell’uomo e l’orso infuriato riesce ad eliminarla brandendo una grossa pietra. Peccato che, insieme alla mosca, uccida anche il giardiniere, frantumandogli il cranio.

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