Il reverse searing o metodo Finney, dal nome del suo inventore, o ancora, in italiano cauterizzazione inversa è un metodo di cottura della bistecca, sia essa costata, fiorentina, T-bone o porter house, che non arriva ad avere tre lustri. È, in verità, la stessa procedura con la quale le steak house newyorchesi han sempre cotte le loro famose bistecche ma eseguito in maniera inversa ossia invece di cauterizzare la carne prima, per poi portarla al grado di cottura desiderato in forno si tende a far riscaldare lentamente la bistecca, ben asciugata da ogni possibile umidità superficiale, in ambiente preriscaldato a 50 gradi centigradi, su una graticola di modo che il calore possa avvolgerla uniformemente. L’operazione richiede circa un paio d’ore sebbene sia consono, se la si possiede, inserire una sonda al cuore della carne per poterne monitorare la presa di calore oppure controllare di quando in quando con un termometro da alimenti, avendo magari l’attenzione di riutilizzare sempre lo stesso buco, per non ritrovarsi con una bistecca simile al groviera! Raggiunti i 50 gradi al cuore la bistecca deve essere tolta dal forno e lasciata riposare fino a che non perda 5 gradi e cioè raggiunga i 45 gradi al cuore. Ora si può passare alla cauterizzazione ovvero la messa in moto di quella reazione di Maillard che tante soddisfazioni sa darci, creando quella crosticina profumata ed invitante sulla superficie della nostra bistecca. Io uso solitamente una padella di ghisa, scaldata quasi al punto di fumo, senza grassi perché ungo direttamente la carne con un velo d’olio per poi spolverizzarla con una copiosa pioggerella di sale Maldon. Il tempo della rosolatura non supera i 60-70 secondi per lato.
Il processo può sembrare un po’ lungo e macchinoso ma, credetemi, ne vale davvero la pena. Vi troverete di fronte a una delle migliori bistecche della vostra vita, succosa, tenerissima e cotta alla perfezione, non presentando quegli intervalli di cottura che sono appannaggio della classica cottura solo su griglia.