Eccoci al dunque, il punto cruciale del ragionamento sulla discriminazione: siamo tutti discriminati e discriminatori. È così ed è discriminante per tutti noi che crediamo non essere discriminati il fatto che si debbano forzatamente creare categorie discriminatorie. La discriminazione emerge dall’animo umano naturalmente, è causata da preconcetti e pregiudizi che formano indissolubilmente il nostro carattere e fondano ciò che siamo nel profondo. Pensare di non essere mai discriminati o di non discriminare mai è pura follia. Discriminiamo e siamo discriminati indiscriminatamente, ogni giorno, da persone che non conosciamo o che invece crediamo amiche, dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dai nonni e dai commessi e queste stesse categorie ( e infinite altre ) noi discriminiamo.
Se pensiamo alla sua etimologia discriminare deriva da discernere verbo che nelle nostre menti non ha certo velleità mostruose anzi da esso prende abbrivio una capacità fondamentale della mente saggia ossia la capacità di discernimento, una mente che discerne riesce a separare i vari pacchetti di informazioni che riceve per arrivare ad una verità verificabile. Discriminare significa quindi dividere per agglomerarsi in stati diversi, come gli atomi stessi che formano molecole solo con certi tipi di atomi e non con altri e questi altri, discriminati, troveranno anch’essi i loro legami da stringere, senza prendersela troppo. Sempre aborrendo, per quanto riguarda noi specie sapiens, la violenza ( fisica e psicologica ), il ricatto, l’omicidio, che sono sempre e comunque perseguiti penalmente.