Sveglia puntata alla 8:30. Domenica. Fuori della finestra zero anime. La pentola in ferro attende tranquilla. L’olio extravergine d’oliva si spande sulla superficie nera lucidandola poco a poco. Con un colpo sordo s’accende il gas, qualche minuto e i primi pezzi di pollastro si ritrovano a sfrigolare. Uno dopo l’altro. Prima dalla parte della spessa pelle poi direttamente sulla carne, 10/15 minuti ciascuno. Terminata l’operazione rosolatura, il grasso e l’olio residui sul fondo della pentola, abbandonano i fornelli per lo scarico. Senza condimento una parte di grasso della bestia fonde nel tegame, poco dopo sedano carota e cipolla iniziano a soffriggere. Dentro la carne, poi un bicchier di vino novello, una volta sfumato, dentro una scatola di pelati, rosmarino, prezzemolo, salvia e due cucchiai di olive taggiasche. Due ore e trenta ed il piatto è pronto.
Aspettando il termine della cottura non so come impiegare il tempo: metto a bollire mezzo Kg di patate rosse di Torgnon, dopo di che le passo stile puré, aggiungo 80 gr di burro, due rossi d’uovo, sale e noce moscata. Il composto nel sac à poche, beccuccio a stella: teglia da forno, carta da forno, forno duecento gradi, quindici minuti. Pomme duchesse. E buon appetito
Due ore e trenta sono troppe, mai saputo che esistessero le patate di Torgnon.
Se avessi un ristorante andresti in fallimento.
La tua prosa non è da cuoco ma da intellettuale.
Un pollo ruspante che pesa quasi come un cappone cuoce a fuoco lento e per molto tempo… Se io avessi un ristorante probabilmente sarei alcolizzato… Ma ci conosciamo?
Indovina chi sono?
Un indizio, molto tempo fa ti chiamavo FRANZ.
Chi l’e staeto bruxou da-a menestra cada o sciuscia in ta freida… fuochino?
A veitae e l’euio vegnan de longo a galla.
A megiu mexinn-a l’é o decheuto de cantinn-a.
Da bere con il tuo pollo.
http://digilander.libero.it/paolore2/cult_tradiz/proverbi.html