Che Maurizio Landini, segretario FIOM, si aspettasse l’indicazione di voto, necessariamente favorevole al nuovo piano Marchionne, delle sue RSU, nella ex Bertone, come da lui dichiarato agli organi di stampa, non credo sia così veritiero. Quel che è sicuro è il fatto che una scollatura tra la dirigenza sindacale, forse ormai troppo poco conscia della Fabbrica ( intesa come lavoro di catena ), e gli operai veri, comprese le loro rappresentanze, c’è ed è presente purtroppo da più tempo di quanto non si pensi.
L’ultimo atto d’orgoglio delle RSU della ex Bertone è stato quello di rimettere il loro incarico nelle mani dell’assemblea, in quanto non ritengono che il loro operato sia riuscito a sbloccare la situazione in favore del lavoro, della dignità e dei diritti di tutti. Chapeau. Inveire contro i rappresentanti sindacali in azienda è un gioco al massacro che si perpetra da troppo tempo; è altresì vero che, ahi noi, in molte aziende la rappresentanza sindacale non è degna di rappresentare neppure singolarmente se stessa ma certo non si può fare di tutta l’erba un fascio. Pochi incapaci ( badate bene non uso questo termine in senso dispregiativo ma nel semplice suo significato mero ossia non in grado di assolvere ad una mansione ) non possono minare l’ideale di una figura che rappresenta il collegamento tra chi prende le decisioni e chi, talvolta giustamente, le contesta. Le dimissioni delle RSU della ex Bertone sono una necessaria conseguenza ad una presa di posizione in favore solo e soltanto degli operai, a salvaguardia del loro posto di lavoro, della loro stabilità economica e famigliare.
Quello che molti definiscono il ” ricatto Merchionne ” non è altro che l’attuazione, nemmeno tanto spietata se mi è concesso, dell’economia aperta, quella che vede produrre le magliette della Ferrari a Honh Kong e le borse Louis Vuitton nelle sartorie del sud Italia. Le RSU della ex Bertone questo lo hanno probabilmente capito ed assimilato, hanno inteso come, per lottare contro il più sfrenato liberismo economico, sia necessario, talvolta, scendere a compromessi. E non è forse l’attività sindacale l’arte stessa del compromesso, della conciliazione?
Intanto i vecchi comunisti dagli occhi foderati di prosciutto ( di Parma 24 mesi ovvio ) se ne stanno sulle loro poltrone di pelle a cercar di scovare la vecchia gallina dalle uova d’oro.