Il risultato non è scontato. Ovviamente bisognerà aspettare lo spoglio delle schede elettorali ma il comitato del Sì, che ha lottato sotto il nome di Valle Virtuosa, ha sicuramente preso il raggiungimento del quorum come una vittoria, a ragione direi. La strategia del Consiglio Regionale, la cui campagna è stata svolta con indescrivibile inettitudine, non ha pagato e per gente che fa politica da trenta o più anni avrebbe dovuto essere immaginabile. Non credo però che si possa ascrivere il raggiungimento del quorum ad un riavvicinamento della popolazione alla politica. Molti elettori si saranno sicuramente recati alle urne per senso civico, altri saranno stati spinti dal dubbio ( e se quelli del Sì avessero ragione, anche solo per la metà delle cose che dicono? ) tantissimi, ne sono certo, avranno votato semplicemente perché qualcuno ha detto loro di non farlo. In tempi grami come questi, quando la politica ti piove dall’alto e taglia gli stipendi, la sanità, l’istruzione e molto altro, sentirsi dire che non è il caso di esprimere la tua opinione fa indispettire gli animi del popolo, il quale ha dimostrato definitivamente di non essere in toto una massa ignorante e menefreghista ma di voler contare di più. Certo è che si deve pure pensare a quel quasi 52% che ha deciso di non esprimersi, per menefreghismo, per indisposizione, e per sentimento politico. La maggioranza comunque non si esprime. E a farle cambiare idea non sono bastati gli incontri capillari tenuti da Valle Virtuosa su tutto il territorio regionale, la propaganda, talvolta discutibile, su social network e bacheche elettorali e non sono nemmeno state sufficienti le categoriche, indisponenti e sicuramente poco chiarificatrici dichiarazioni di Rollandin: il pirogassificatore è l’unica strada, arrivederci.
Ora, aspettando lo spoglio, bisognerà iniziare un’attenta riflessione su come si dovrà orientare lo smaltimento dei rifiuti nella nostra regione. A pochi anni dalla chiusura prevista della discarica di Brissogne, sarà necessario studiare un piano serio e puntuale per la gestione dell’immondizia. Puntare sulla differenziata è sacrosanto ma dire che semplicemente iniziando a riciclare l’umido la partita sia quasi chiusa è una fesseria bella e buona. E’ vero che l’umido rappresenta tra il 25 e il 30 % dei rifiuti prodotti ma è altresì vero che non tutto l’umido è riciclabile nelle compostiere infatti il famigerato compost può essere prodotto esclusivamente da scarti di origine vegetale quali residui di potatura, erba sfalciata, foglie ecc. non sono annoverati gran parte dei generi alimentari che producono scarto nelle nostre cucine. C’è da sperare che lo scenario che si aprirà nel dopo referendum non si risolva nell’inquietante slogan: una piccola discarica per il tuo piccolo comune. Inoltre spero vivamente che, qualunque esso sia, il nuovo piano di smaltimento non includa la cessione di rifiuti valdostani a complessi di incenerimento situati in altre città d’Italia perché, se così fosse, l’idea di class action su cui è stata impostata la campagna del comitato del Sì andrebbe letteralmente a farsi friggere trasformandosi nel molto più italico “ basta che non sia a casa mia “.
Quando hai tempo metti il naso nella compostiera della plantaz e vedrai che il compost si può ottenere anche con gli scarti alimentari e non solo con sfalci ed erbe (una città come San Francisco ottiene compost da tutti gli scarti alimentari, non vedo perché la Vd’A non possa produrre compost dai suoi rifiuti organici). Siamo nel XXI secolo, abbiamo tutte le tecnologie a ns disposizione per fare questo. Ciao Lino