Quando inizia…

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Quando inizia a fare caldo, si sente il bisogno del mare. Soprattutto se si vive in Val d’Aosta, sebbene sia un’isola felice ( anche se la procura sta minando seriamente questa nostra ultima reminiscenza  bucolica! ). Ci sono posti che rimangono impressi nella memoria per molteplici ragioni, vuoi perché meta di scorribande infantili o di scoperte adolescenziali, vuoi per i colori, i profumi o gli sguardi chi ci hai incrociati. Camogli è uno di questi posti, per me. Un posto che un posto ha nel mio vissuto, importante.

Scatti Fujifilm X10

Monte Sole

Questa croce porta i segni dei colpi esplosi dai tedeschi verso il basso, per essere sicuri di colpire anche i bambini.
Questa croce porta i segni dei colpi esplosi dai tedeschi verso il basso, per essere sicuri di colpire anche i bambini.

Un nome luminoso racchiude in se uno dei peggiori eccidi compiuti su suolo italiano dalle truppe nazifasciste che, tra il 29 settembre ed il 5 ottobre 1944, per paura di rimanere accerchiate e strette in una tenaglia tra alleati da sud e resistenti da nord, decisero di eliminare ogni opposizione che avessero incontrata nella zona del crinale Setta – Reno. I resistenti, inferiori di numero e a corto di mezzi bellici si ritirarono nei boschi lasciando la popolazione civile nei villaggi. Vecchi, donne e molti bambini che, sprofondati nel ventre della guerra più sanguinosa di sempre, pensavano comunque di essere al sicuro nelle loro casa, nelle chiese, nei rifugi. In una settimana di rastrellamenti i tedeschi uccisero 770 persone, trucidate, fatte esplodere e bruciate vive. Queste fotografie sono magra testimonianza di un luogo che a distanza di quasi settant’anni custodisce nella sua terra una tristezza ed un dolore infiniti.

L’antro segreto di Phil

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Philippe, oltre ad essere un caro amico, un ottimo fotografo e sperimentatore curioso dell’immagine, ha pure un lavoro. Di mestiere fa l’orafo. Le immagini che seguono e che paiono scattate nel laboratorio di un alchimista d’altri tempi, sono state impresse nel laboratorio dove lavora ( la cui ubicazione verrà taciuta per ovvi motivi di sicurezza! ), tra macchinari il cui utilizzo è di difficile decifrazione, acidi, saldatori, ruote panoramiche per orologi, pinze, cacciaviti e casseforti.

Olympus Mjiu + Fuji Superia 200

Malbork

Il castelo di Malbork
Il castelo di Malbork

Ultima puntata del viaggio in Pomerania, a metà strada tra Gdansk e Elblag si trova Malbork, cittadina di circa quarantamila abitanti che a parte qualche industria cementifera e qualche acciaieria non offrirebbe gran ché se non fosse per il sontuoso castello risalente alla seconda metà del ‘200, fondato dai cavalieri dell’ordine teutonico, che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Malbork fu la prima capitale della Prussia ma erano sicuramente altri tempi, oggi, castello escluso, le resta un centro commerciale occupato prevalentemente dalla gigantesca tromba dell’ascensore, qualche farmacia qui e là e l’imprescindibile McDonald. In ogni caso merita la visita, il castello è imponente e restaurato in maniera impeccabile all’inizio del ‘900. Interessanti all’interno del forte i due musei rispettivamente incentrati sul restauro filologico e sui sigilli in cera utilizzati dai teutoni.

Alpi dell’Arte

Chiesa di San Francesco

Si è aperta giovedì 17 gennaio scorso, nella splendida cornice fresca di restauro del complesso monumentale di San Francesco ( via Santa Maria, 10 Cuneo ) l’interessante iniziativa artistica che va sotto il nome di Alpi dell’Arte. Un’esposizione collettiva di sei tra i i più conosciuti artisti dell’arco alpino: i valdostani Giovanni Thoux e Dorino Ouvrier, Tino Aime ( Valle di Susa ), Roberto Lucchinetti    ( Val Chiavenna ), Bernard Damiano ( Coumboscuro ) e Willy Messner ( Val Gardena ). Di seguito trovate le immagini di alcuni dei lavori esposti. L’esposizione sarà visitabile dal martedì al venerdì ( mercoledì escluso ) dalle ore 15:00 alle ore 18:00 e il sabato dalle ore 10:30 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00. Sarà possibile prenotare visite guidate al numero 0171-634175.

Da Gdynia Glòwna a Wejerowo e ritorno.

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Come detto nel precedente post, Gdansk, è un gigantesco agglomerato urbano che include appunto anche Sopot e Gdynia. Gdynia è la zona più recente, costruita intorno agli anni venti del novecento, ed è anche la zona più industrializzata. L’immenso porto mercantile occupa tutto l’affaccio marittimo della città ed in essa si insinua, con i suoi capannoni ed i suoi fumi. Le foto che seguono narrano di Gdynia e del viaggio che da essa ci ha condotti a Wejerowo. Vera, verissima Polonia. Non lasciatevi impressionare, affondate lo sguardo nelle immagini e fatevi cogliere dallo stupore del dettaglio, ciò che può, di primo acchito, parer brutto si squadernerà ai vostri occhi come qualcosa di affascinante.

Sopot e la meraviglia del mar Baltico

Landscape con Gran Carro
Landscape con Gran Carro

Sopot, insieme a Gdansk e Gdnya, forma un immenso conglomerato urbano che si estende sulle rive del mar Baltico. Sopot è la località balneare più rinomata del Baltico, con la sua chiara e lunga spiaggia popolata di anatre, cigni e gabbiani, i suoi locali affacciati sul mare ( ovviamente chiusi in dicembre ) stretti come in una morsa dalla sabbia, in fronte, e dalla foresta alle spalle, le architetture intriganti, il centro affollato di gente, i bar e ristoranti curati e invitanti. Il posto più turistico che ci ha saputo regalare questo viaggio. Irrinunciabile la passeggiata sul pontile che si inoltra sul mare per più di un chilometro, possibilmente in agosto, quando il vento non taglia la faccia… Però che magnifica Orsa Maggiore ha saputo regalarci la notte invernale, quella delle cinque del pomeriggio!

Gdansk

La strada dell'ambra
La strada dell’ambra

A nord della Polonia, nella storica regione della Pomerania, sorge Danzica, gioiello di affascinante bellezza dell’est incastonato tra il mar Baltico e la gigantesca campagna del nord, popolata di torri altissime di fieno e paglia, fiumi ghiacciati e ferrovie diritte come fusi. Vera Polonia, mi verrebbe da dire, differente e meno cosmopolita di Cracovia e sicuramente meno snob di Varsavia, Danzica è una meta poco battuta dal turismo internazionale, soprattutto d’inverno. L’atmosfera che vi si vive è spesso surreale, ci si sente come sospesi nello spazio e nel tempo; il buio arriva presto al pomeriggio e si lascia schiarire dal sole in mattinata, i pedoni non affollano le strade e quelli presenti non sono quasi mai al telefono. Stupende piazze si mischiano a vuoti urbani, la filarmonica va a braccetto con gli ex cantieri navali in disfacimento, fango e asfalto saranno sempre sotto i vostri piedi. Belle atmosfere, davvero affascinanti. Per voi, come al solito, un po’ di fotografie e un video.

 

Turismo intelligente: Saluzzo

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Fantastico esempio di architettura medievale, Saluzzo si situa nella zona prealpina della provincia di Cuneo, giusto in fronte al mitico Monviso, padre del Po. Passeggiare tra la torre civica, villa belvedere, il duomo, la chiesa di san Giovanni, perdersi nelle vie strette che degradano, ora dolci, ora irte, verso la piana è un’attività consigliatissima. Patria di Silvio Pellico, poeta e patriota, al quale prendo in prestito queste belle parole per capire la delizia che questi luoghi sanno procurare a chi decida di scoprirli: V’è un sol Monviso sulla terra, un solo gruppo di monti come quello, un solo pian che s’agguagli di Saluzzo al piano.