Le tre galline

Le tre galline

 

Che idea meravigliosa. Inizio così, con una frase nominale di lontana memoria, quando a scuola si studiava la grammatica, l’analisi logica e del periodo, con in testa solo l’idea che fosse sabato; si mangia dalla nonna… Che idea meravigliosa poter entrare di nuovo in quel gusto pieno e mai troppo, avvolgente e nascosto ( come la cervella cachée sotto le mentite spoglie della bistecca impanata ma dal cuore ricco e cremoso ), carico di quel sentimento tutto piemontese, come lo era la mia nonna, del voler fare le cose bene, del voler cucinare bene, non tanto forse per amore degli ospiti o non solo: in primis per amore della cucina. E’ sì, perché come ci si nutre è una cosa seria, serissima, e lo sa evidentemente bene chi apre un ristorante fianco al più grande mercato ortofrutticolo d’Europa. Parliamo di un locale del quale si ritrovano tracce sin dalla fine del ‘500, un locale nel cuore della Torino romana, al centro del centro della Torino vera, vicino a Porta Pila, quella Porta Pila, quella che per Gipo l’era na gran festa! Gran festa, come i sapori che vi troverete a meditare, le consistenze ben giocate, i colori, le temperature perfette e una cantina che sa stupire per varietà e prezzi. Alle Tre Galline va decisamente il mio pollice in su, se non l’aveste capito!

P.S. Vi lascio immaginare il carrello dei formaggi…

Cervi, volti e caprioli

El dueño ovvero il padrone di casa.
El dueño ovvero il padrone di casa.

Eh già, le festività son belle anche per questo. Per ritrovarsi, dico. Per gioire dell’amicizia, del vino buono e del risultato della caccia. Cosciotto di capriolo e scivé di cervo con polenta, nulla di meglio per condire le risa di un convivio che è sodalizio di anni. E il bello di scattare con la pellicola è il fatto che le foto non appaiono su facebook nell’immediato, esse hanno bisogno di tempo e di spazio, lasciando la possibilità al ricordo di sedimentare, fornendo sorpresa e stupore quando le si osserva, in seguito. Foto che sono Foto e non immagini.

Fritturinia delle tre.

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Dopo il risveglio post lavoro notturno e un paio di lavatrici, decido finalmente di sostentarmi. La frittura non è propriamente un piatto estivo ma, a ben pensarci, nemmeno mangiare salsiccetta e capocollo grigliati, ha un gran che a che fare con l’estate! Poi, la mia frittura, è stata fatta con le verdure fresche dell’orto: pomodori verdi, zucchine e salvia; una pastella alla birra del Grand Saint Bernard aromatizzata al curry, pepe nero, paprica e salsa soja e per concludere del concentrato di pomodoro piccante diluito con aceto di jerez…

AG

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Era da un po’ che volevo provarlo. Ad Gallias, ristorante dell’omonimo hotel quattro stelle che, qualche anno fa, è stato aperto all’ingresso del grazioso borgo di Bard. L’albergo è sovrastato dall’imponente fortezza, adibita oggi a museo delle Alpi, centro espositivo e, più in generale, punto di aggregazione dei popoli montani di tutto il mondo. Io e Romina, abbiamo colto l’occasione, offertaci da una nevosa domenica di marzo, per visitare le interessanti mostre fotografiche di Yann Arthus Bertrand, del concorso internazionale di fotografia naturalistica Wild Life e per concederci un piacevole pranzo.
Gentile l’aperitivo con crostino di pane di segale, quenelle di ricotta aromatizzata alle erbe su letto di salsa al pomodoro, ben condita. A seguire un tris di carciofi ( alla giudia, ripieno e crudo ); riso venere con calamari alla piastra su letto di crema di broccoli; coscia d’oca cotta a bassa temperatura con ratatouille; rombo con patate viola e spinaci e trionfo di cioccolato per concludere. Tutto di qualità, equilibrato nei gusti e commisurato nel prezzo. Bella carta dei vini da cui abbiamo scelto un Trento D.O.C. di Grai. Consigliato.