Il pezzo da 90

Pochi sapranno credo, che l’espressione ” pezzo da 90 ” ( che sta ad indicare il migliore, il più alto in grado, quello di maggior importanza ) è, in realtà, derivata dal teatrino dei Pupi siciliani, che narrano le vicende di Orlando e del feroce Saladino, questi Pupi sono in media alti settanta centimetri ma crescono, sino a raggiungere i novanta, se raffigurano un personaggio importante, come Orlando appunto. Ebbene, l’entrecôte, in questo caso di bovino proveniente dal macello T. Boer olandese ( fornitore ufficiale della casa reale ), è il pezzo da novanta dei tagli a ” bistecca “, il pezzo da intenditore, tenero quasi come un filetto ma saporito come una delle migliori vacche valdostane. Sopra lo vedete nella sua veste più semplice, scottato in padella tre minuti per parte, insaporito con burro e sale a fine cottura, lasciato riposare. La patatina novella, bollita, rosolata poi in burro e rosmarino è la degna accompagnatrice di questo taglio di carne che vi lascerà entusiasti.


Barcelona, città piena.

La capitale della Catalunya é una città piena. Un fiume di giovani ( studenti o disoccupati oggigiorno é difficile da dirsi ) solca impetuoso la Rambla ( termine mutuato dall’arabo raml ovvero la sabbia lasciata da un fiume in secca che con la pioggia può tormare a scorrere ) da Plaça Catalunya al porto, il port vell, e viveversa. La Bocheria è per me il luogo simbolo della città, riassume in sé tutti i significati di una grande metropoli in cui il mélange di colori, sapori, odori, luci, ombre e specie tra le più diverse, convivono all’interno di uno spazio confinato, nel quale poter assaporare il piacere, sempre nuovo, di perdersi. Mancavo da nove anni ma, ai miei occhi, sostanzialmente Barcelona non é cambiata di molto, le sue grandi avingudas affollate di mezzi, la sua utilissima metro sempre carica di umanità, le piazze, le fontane, il Barrio Gotico, Gaudì… Ho ritrovato tutto dove l’avevo lasciato. Eccitante l’ingresso nella parte ultimata della Sagrada Familia, un’infinità di colonne, una diversa dall’altra, che si elevano da terra per decine di metri, diramando verso la fine i loro steli come immense sequoie secolari di una foresta pietrificata, valgono già di per sé il biglietto d’ingresso che può apparire un poco caro. Così non è anche se si pensa al fatto che, per via del suo carattere espiatorio, il tempio in costruzione da più di cento anni non può ricevere sovvenzioni pubbliche; la Fabbrica deve sostentarsi e progredire con i soli oboli dei pellegrini.

Per un ateo amante della vita e della diversità ( come me e molti altri ) Barcelona dovrebbe essere  meta obbligatoria di pellegrinaggio, almeno una volta nella vita, in essa si dovrebbe compiere una sorta di hajj, sicuramente illuminate ed istruttivo.

Olympus Mju + Fuji Superia 200

Assolutamente in FISSA

Devo dire grazie, grazie al Piotta che questo mondo lo vive da tempo, un mondo di biciclette sì ma biciclette in purezza, come lo Chardonnay, con tutti i suoi profumi, il suo bouquet da assaporare. Emozione di un tempo. L’attesa è stata estenuante: sella, nastro, guarnitura, predali, cerchi, pignone… Il telaio, casa-prodotto, pronto da tempo ha lentamente preso forma nelle mie mani ed ecco il risultato! Spesso in piccole cose, si scopre l’orgoglio.

La vecchia gallina dalle uova d’oro

Che Maurizio Landini, segretario FIOM, si aspettasse l’indicazione di voto, necessariamente favorevole al nuovo piano Marchionne, delle sue RSU, nella ex Bertone, come da lui dichiarato agli organi di stampa, non credo sia così veritiero. Quel che è sicuro è il fatto che una scollatura tra la dirigenza sindacale, forse ormai troppo poco conscia della Fabbrica ( intesa come lavoro di catena ), e gli operai veri, comprese le loro rappresentanze, c’è ed è presente purtroppo da più tempo di quanto non si pensi.

L’ultimo atto d’orgoglio delle RSU della ex Bertone è stato quello di rimettere il loro incarico nelle mani dell’assemblea, in quanto non ritengono che il loro operato sia riuscito a sbloccare la situazione in favore del lavoro, della dignità e dei diritti di tutti. Chapeau. Inveire contro i rappresentanti sindacali in azienda è un gioco al massacro che si perpetra da troppo tempo; è altresì vero che, ahi noi, in molte aziende la rappresentanza sindacale non è degna di rappresentare neppure singolarmente se stessa ma certo non si può fare di tutta l’erba un fascio. Pochi incapaci ( badate bene non uso questo termine in senso dispregiativo ma nel semplice suo significato mero ossia non in grado di assolvere ad una mansione ) non possono minare l’ideale di una figura che rappresenta il collegamento tra chi prende le decisioni e chi, talvolta giustamente, le contesta. Le dimissioni delle RSU della ex Bertone sono una necessaria conseguenza ad una presa di posizione in favore solo e soltanto degli operai, a salvaguardia del loro posto di lavoro, della loro stabilità economica e famigliare.

Quello che molti definiscono il ” ricatto Merchionne ” non è altro che l’attuazione, nemmeno tanto spietata se mi è concesso, dell’economia aperta, quella che vede produrre le magliette della Ferrari a Honh Kong e le borse Louis Vuitton nelle sartorie del sud Italia. Le RSU della ex Bertone questo lo hanno probabilmente capito ed assimilato, hanno inteso come, per lottare contro il più sfrenato liberismo economico, sia necessario, talvolta, scendere a compromessi. E non è forse l’attività sindacale l’arte stessa del compromesso, della conciliazione?

Intanto i vecchi comunisti dagli occhi foderati di prosciutto ( di Parma 24 mesi ovvio ) se ne stanno sulle loro poltrone di pelle a cercar di scovare la vecchia gallina dalle uova d’oro.

Il giubilo non porta consiglio.

Il primo passo a portare dall’uccisione al martirio e dal martirio alla santità è, senza dubbio, il giubilo degli assassini. Il “ più grande assassino della storia “ ( Osama Bin Laden ) , per usare le parole del presidente Perez ( che per inciso essendo presidente dello stato di Israele, pensavo definisse tale un’altra figura storica, in più proprio nel giorno della commemorazione della     Shoa ), ha trovato la morte e l’ha trovata, nemesi, violenta.

Non sono né cattolico né tanto meno mi riconosco o credo in un essere al quale dover rendere conto della mia condotta, un giorno; ma ancora credo, fermamente, nell’uomo, nella sua capacità raziocinante di poter gestire le proprie pulsioni, le proprie passioni, vincolandole su di un sentiero che sia, il più possibile, giusto, non solo per se stesso.

L’occidente ( noi ) crede di non essere più oramai fabbricatore d’odio ma non fabbricare odio non significa solo non covarlo, non farlo crescere dentro noi stessi, significa anche non assumere atteggiamenti che suscitino la nascita di tale sentimento, mai buono, negli altri; un po’ come il fare del bene, che non si limita al non perpetrare atteggiamenti che procurino il male bensì si risolve nel battersi strenuamente per il bene, dalla sua parte. Un criminale, per quanto i suoi crimini siano efferati, per quanto si cerchi di additarlo come mostro, come animale, rimane comunque e sempre un uomo ed un uomo che commette crimini dovrebbe sempre essere giudicato da un tribunale, che lo punisca con la giusta pena sì, ma che mai dovrebbe essere la morte.

Posso comprendere le dimostrazioni di giubilo, di un popolo che tanto ha sofferto per via di un uomo, alla morte di questo ma non posso proprio accettarle, tanto meno condividerle; vorrei inoltre riportare la memoria sullo sdegno e la riprovazione con cui accogliemmo, all’indomani dell’undici settembre 2001, il giubilo che il morto odierno espresse, per la riuscita della sua diabolica operazione.

Si dice: il popolo ha sempre ragione, ne abbiamo avuta la riprova scrutando le rivolte che hanno mosso e muovono i paesi arabi, destinate a lasciare un lungo strascico di movimenti intestini che difficilmente saranno codificabili, agli occhi di noi occidentali. La domanda che dobbiamo ora porci è: come si combineranno la morte del capo                      “ spirituale “ della guerra santa contro l’occidente, con la caduta dei più longevi despoti del medioriente? Le risposte a questa domanda sono molteplici e posso spaventare, comunque non tarderanno ad arrivare, in un territorio mediorientale sempre in bilico tra voglia di occidente e integralismo religioso il rischio è che la lettura del Corano più estremista l’abbia vinta sulla televisione ed i fast-food.

Per questo motivo si dovrebbe cercare di evitare situazioni quali la possibile scelta di disperdere il corpo dello sceicco in mare aperto, gravissimo affronto, non solo per gli estremisti ma per tutta la comunità di religione mussulmana.

La vera vittoria del terrorismo è portare i popoli gli uni contro gli altri, instillare nella mente il terrore per il proprio vicino; se ci lasciamo prendere dal panico o se esultiamo per un assassinio allora possiamo esser certi di non stare facendo del bene, proprio a nessuno.