Non è parente del mitico batterista dei Genesis, anche se i due si saranno sicuramente incontrati in qualche dopo-concerto. Inventato, si presume, verso la fine dell’ ottocento alla Limmer’s Old House ( London ) dal genio di cui porta il nome ovvero il barman John Collins ( chissà poi perché gli inglesi hanno sempre un nome che si addice ad un prodotto? ), è un ottimo Lungo Bere che, vista la canicola imminente consiglio agli amanti del bicchiere secco e purissimo, in alternativa ai soliti triti e ritriti ( e spesso mal assemblati Cuba Libre, Gin Tonic, ecc. ecc. ). Nel John il Gin si sente, il London Dry, e viene aiutato ad esprimere tutto se stesso dal succo di limone. Essendo un “Lungo” possiede un allungo che non è ( Dio ce ne scampi ) una bibita bensì: chiara, fresca e dolce soda. Pulito, dissetante ed appagante ve lo consiglio appassionatamente.
Categoria: Uncategorized
Trasparenze
Pizza o non pizza, questo è il dilemma!
Chi mi conosce lo sa, sono duro d’orecchi, non vesto alla moda e son delicato di stomaco… Per noi ” delicati ” è sempre un annoso problema il dove andare a mangiare una pizza; io le ho provate quasi tutte e alla fine opto sempre per una pizza a domicilio ( millegustipizza ), l’unica che riuscissi a digerire, fino ad oggi.
Andrea è un padre, lo si vede ma soprattutto lo si sente, da cosa? Dalle sue pizze, cucinate come se fossero da servire alle sua figlie. Ben cotte, croccanti per via di un impasto lievitato a regola d’arte e cotto ancor meglio, vi offrono una salsa di pomodoro ricavata da Veri pelati triturati che di acido non hanno nulla. Io, vista la prima incursione, mi sono gettato su una margherita con mozzarella di bufala, per testare il terreno e non ne sono rimasto deluso, tutt’altro.
Andrea è il pizzaiolo della ” Osteria del Calvino ” ( via Croce di Città ) locale di nuova gestione che vi raccomando… Non solo per la pizza!
Il profumo
La pratica millenaria della produzione del vino è un rituale estremo, a cui solo sacerdoti che hanno ricevuto la chiamata possono dedicarsi. Il vino porta lavoro tutto l’anno, il vino non da solo da bere ma pure da mangiare. Lo scorso mercoledì, nella storica cantina di via Piave, 6 ( luogo di profonda spiritualità, dove il cielo lo si tocca con un dito pure da sotto la terra ) si è sdipanato l’ultimo rituale dell’anno: l’imbottigliamento. A fluire in mezze bordolesi di vetro chiaro non è però stato del semplice vino bensì a depositarsi in quei minuti e perfetti contenitori l’ospite d’onore era: il Muscat di Chambave, purezza assoluta. Quando la cinquantenaria pompa ha cominciato a far fluire quell’ambrosia giallo paglierino, dalla damigiana alle bottiglie, un’incredibile aroma ha iniziato ad espandersi, poco a poco, nel locale… Il profumo porta consiglio. Per un momento quell’angolo stipato di saggezza, si è trasformato in un oracolo personale. Tutto il lavoro, di tutti i tempi, di tutti gli uomini, di tutte le campagne del mondo, per un istante, ci è trascorso innanzi agli occhi e, per la prima volta, ha acquistato un significato reale. Auguro di tutto cuore, a tutti voi di provare, almeno una volta nella vita, una sensazione così totalizzante.
2 passi per Aosta, with my new camera…
Distrattamente si trascorre per le strade della propria città, quasi sempre. Una novità spesso è l’occasione per fermarsi ad Osservare le cose un po’ meglio; un poco più da vicino. Provateci, dietro alle tags e alla sporcizia dell’arredo urbano si nasconde spesso la rivelazione capace di strapparci un pensiero buono, quasi ottimista. La mia città come le altre, tutte le altre, è ricca di buchi e buttandoci l’occhio si scoprono mondi.
PuBbLiCiTà…
Un poco di spazio anche agli amici non guasta mai, se in più questi sono anche ottimi fotografi nonché viveurs, allora dar loro spazio diventa quasi un dovere…
Un clic non costa nulla: sgranate bene gli occhi!
http://www.themodernsafari.com/2011/04/deux-jours-en-france/
E questo è quanto…
FAN-TA-STI-CO!!!
Abbiate la voglia di guardare fino alla fine questo meraviglioso cortometraggio, oltre ad essere girato magistralmente ha una caratteristica incredibile: è interamente girato con una Canon 7d… Chapeau
Gente di legno a Presezzo
Ieri, in una meravigliosa giornata dal caldo estivo nevvero più che primaverile, un’allegra combriccola s’è data ritrovo, intorno alle sette e trenta del mattino, per partire, a mezzo autobus riservato, in direzione Presezzo, borgo di quella laboriosa cintura bergamasca ormai divenuta un unico, immenso villaggio. I primi istanti di viaggio, a dire il vero piuttosto sonnolenti, lasciano presto spazio alle elaborate quanto allegre melodie delle fise dei Tintamaro e dei loro tamburi campanellati, percossi o strusciati a pece. Giunti a Bergamo alta la comitiva si concede la visita della central piazza con annessi duomo e battistero.
Conclusa la parte culturale dell’amena escursione, rientrati tutti in autobus, ci siamo diretti verso il luogo del luculliano pasto ( affettati misti della zona, casoncei burro e salvia, arrosto con patate e dessert ), dopo di che la comitiva si è diretta verso Sotto il Monte, città natale del buon Papa Roncalli ma di questa escursione non posso render notizia in immagini in quanto mi sono dedicato ad altra attività. Ritrovo la compagnia intorno alle cinque del pomeriggio, tutta schierata all’interno della corte di palazzo Furietti Carrara ( splendida abitazione dell’ omonima famiglia che lo costruì verso la fine del cinquecento, nelle stanze della quale ancora sono in parte visibili gli affreschi cromaticamente sublimi di Giovan Paolo Cavagna ). In un bel salone ricavato nel piano interrato a mezzo d’un restauro ben realizzato si articola la mostra di Dorino Ouvrier. Alla presenza dell’artista, degli assessori alla pubblica istruzione delle regioni Lombardia e Valle d’Aosta, del sindaco di Presezzo e di altre autorità la mostra è inaugurata con ottimo successo di pubblico. Dopo la visita dell’esposizione si aprono le porte del vernissage transculturale con vini della bergamasca e valdostani, formaggi e salumi delle due regioni e l’immancabile musica dei Tintamaro. Nel complesso un giornata ricca di cultura, cibo, vino e divertimento. E cosa si può volere di più?! Grazie a tutti i compagni di viaggio.
Spring Break
Mattinata di fatica intensa, frustato dal solleone ho partorito sudori veri, ora l’orto possiede e può fregiarsi d’una nuova staccionata. Un gatto m’ ha osservato per buona parte del lavoro, pareva mi compatisse dalla sua fresca ombra…
Solo qualche foto per ricordarci che, anche se tutto ci appare oscuro, il mondo è piuttosto colorato.
E oggi?
Sosteneva il buon Guareschi che il trinariciuto è simbolo di imbecillimento e di rinuncia al ragionamento individuale in quanto dotato della terza narice la quale “ha una sua funzione completamente indipendente dalle altre due: serve di scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e permette nello stesso tempo l’accesso al cervello delle direttive di partito che, appunto, debbono sostituire il cervello che appartiene oramai a un altro secolo…Naturalmente la terza narice non è una strettissima prerogativa delle sinistre: io credo che ce ne siano molte altre, distribuite un po’ in ogni dove: quanta gente ha la terza narice e non lo sa ancora? Le confesso che anch’io, alle volte, rileggendo quello che ho scritto e che purtroppo ho già stampato mi guardo perplesso nello specchio. Attenti dunque alla terza narice!”.
Vorrei suggerire la lettura del seguente componimento:
Il pirla
Prima di chiudere gli occhi
mi hai detto: pirla!
Una parola gergale, non traducibile,
da allora me la porto addosso
come un marchio che resiste alla pomice
Ci sono anche altri pirla nel mondo
ma come riconoscerli?
I pirla non sanno di esserlo
se pure ne fossero informati
tenterebbero di scollarsi
con le unghie quello stigma.
E. Montale
Ed oggi?








































