Macarons

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Tipicissimo dolce parigino. Una croccante e morbida, al tempo stesso, meringa di laboriosa realizzazione, con farina di mandorle farcita e colorata a piacere. I miei macarons sono colorati dallo zafferano e aromatizzati all’arancia e racchiudono un dolce cuore di ganache al cioccolato fondente.

Suquet de peix

Suquet de peix

Quanti ricordi d’amicizia, di lavoro duro, di relax, di caldo, legati a questo piatto speciale della consolidata tradizione dels pescadors catalans; ingredienti poveri, preparazione goduriosa. Un buon fumetto di pesce, tanto per iniziare. Poi cipolla, patate a rondelle di circa un centimetro, concassé di pomodori freschi, peix de roca ( ovvero pesce di scoglio, anche se non avendone trovato che mi soddisfacesse ho dovuto in questo caso optare per una rana pescatrice, che va comunque bene ), qualche vongola e cozza, gamberi, scampi e l’immancabile picada in questo caso composta da mandorle tostate, prezzemolo, pane fritto e un poco di zafferano, meglio se in pistilli. Fate imbiondire la cipolla, versatele sopra il concassé quindi disponete le patate a formare un letto, coprite di brodo e lasciate andare dieci/quindici minuti. Aggiungete il pesce e lasciate cuocere altri quindici minuti sotto un coperchio aggiungendo quando serva un po’ di brodo. Preparate la picada nel mortaio, allungatela con il fumetto e versatela sul pesce quindi aggiungete a guarnizione gamberi, scampi, cozze e vongole, coprite e lasciate andare ancora un paio di minuti. Spegnete la fiamma, fate riposare il piatto qualche istante e poi mangiatevelo con gran soddisfazione. Beveteci insieme un prosecchino o un cava leggero. Grazie Frédéric!

Involtino del risveglio

Dopo una notte di lavoro, solitamente, il mio risveglio è inappetente: oggi no. Ma la mia fame verteva all’oriente, poi, nel tepore delle lenzuola un’immagine si è impossessata della mia mente, il cavolo dell’orto sul balcone a prendere la gelata. 1+1 e scatta l’idea: involtino primavera. Detto fatto. Una rapida pasta fillo, verza, carote, peperone, scalogno, porri, formaggio e salsa di soia. Il risultato lo vedete da voi.

Cervere, patria del porro.

Ortaggio stupendo in terre stupende. Coltivato sin dall’antico Egitto, Nerone ne era ghiotto perché gli schiariva la voce. Io ne sono ghiotto perché, in cucina, possiede mille e un utilizzi e non temo il meteorismo. Cervere, paese della magnifica provincia granda, quella di Cuneo per chi fosse digiuno di geografia piemontese, dedica a quest’ortaggio, appartenente alla famiglia degli Allium, una fiera lunga e sentita in cui il re dell’agricoltura locale ha avuto la possibilità di incontrare diverse culture ed ingredienti, dalle eccellenze dell’Emilia Romagna al pesce della Liguria. Io ho partecipato, grazie all’invito graditissimo di amici saluzzesi di cui è bene fidarsi sempre, alla serata dedicata all’incontro tra il porro e le eccellenze dei prodotti tipici cuneesi: dalla bagna caoda di Faole al bue grasso di Carrù. Il resto lo potete leggere nel cappello fotografico. Qualora un moto d’invidia dovesse pervadervi, non ve ne crucciate è cosa normale.

Trattoria del peso: Piemonte in leggerezza

Non sono un critico culinario e nemmeno mi interessa esserlo, sono un uomo affascinato dalla buona cucina nelle più svariate forme che essa può assumere. Non mi sentirete parlare male di nessun ristorante ( dove mangio male non torno, punto e basta ) ma quando mettete le gambe sotto una bella tovaglia di stoffa e dopo tre antipasti sfiziosi vi portano una panissa che ti fa capire inequivocabilmente il detto che recita: il riso nasce dall’acqua ma muore nel vino e al seguito il famigerato, ricercatissimo e quasi mai soddisfacente fritto misto piemontese, non posso esimermi dal rendervi partecipi della mia esperienza. Una panatura dorata, croccante e sostanziosa che circonda cervella, midollo, pollo, bistecche, polpette… e poi la salsiccia e le mie dilette rane selvatiche e a seguire ancora il fritto dolce con la mela, la pera, il fico, la susina, il bacio di dama e in fine, solo alla fine, come il salmo che si chiude in gloria, il cioccolatino: esplosione croccante e liquida di bene assoluto in grado di mutare e migliorare la percezione del mondo. Bravi, chapeau!

Ristorante il Peso p.zza Matteotti, 10 Cigliano (VC) 0161-424294

P.S. Sapori da sogno, fotografie fiabesche.

Cheviche di rana pescatrice

Praticamente un carpione, più leggero e delicato. Si sostituisce la tradizionale miscela di vino e aceto con succo di arance amare e limone. Friggere la rana pescatrice appena infarinata e lasciarla raffreddare su un foglio di carta assorbente ( anche se il pesce andrebbe lasciato crudo, io preferisco sempre dargli una scottata; ricordate che le marinature non sono una vera e propria cottura, non eliminano cioè i parassiti che possono annidarsi nei prodotti ittici ). Salarla e adagiarla in un recipiente con cipolla novella e peperone verde finemente tritati. Aggiungete peperoncino, cumino e coriandolo fresco tritato grossolanamente. Versare il composto di succhi di modo che questo ricopra completamente sia il pesce che le verdure e lasciare marinare per almeno quattro ore in frigo. Non servitelo troppo freddo, abbiate cura di ritirarlo dal frigo un’oretta prima di consumare il pasto. Piatto ottimo per ospiti speciali!

Mother’s day

La mamma è sempre la mamma. E in occasione del compleanno della mia, come regalo, mi sono rimesso ai fornelli! Cena leggera. Antipasto: capasanta gratinata con insalatina tiepida di topinambur crudo in bagna caoda. Primo: Passatelli in brodo di pesce con crostini di gamberi. Secondo: rana pescatrice in panatura tricolore al forno. E ancora auguri!

Casa Scaparone

Ho già parlato, in un post di qualche mese fa, di cosa sia per me L’isola. Nella terra grassa e gravida del Tanaro, ad un tiro di schioppo da Alba, in una frazione minuta di quello sterminato paradiso che va sotto il nome di Langa c’è un agriturismo: casa Scaparone. Un luogo fatto di cascinali d’un tempo, edere, legno, cocci, profumi, vigne, arredi estemporanei, buon cibo e buon vino. Ciò che metterete in bocca in quest’isola aggraziata è praticamente tutto autoprodotto, dalle farine al Nebbiolo. Come sempre poche parole e molte immagini.

Agriturismo Casa Scaparone: Località Scaparone, Alba CN
0173 33946